Implantologia

L’implantologia è un insieme di tecniche chirurgiche volte alla riabilitazione funzionale di un paziente colpito da edentulia (che sia totale o parziale) mediante l’utilizzo di impianti dentali, ovvero viti metalliche e non, inserite chirurgicamente nell’osso mascellare o mandibolare, appena sotto alla gengiva. Gli impianti permettono la connessione di protesi fisse o mobili, le quali a loro volta restituiscono al paziente la funzione masticatoria. Gli impianti possono essere di diverse forme, inseriti in diverse sedi con tecniche differenti e poi connessi alle protesi con diverse tempistiche.

Attualmente gli impianti sono quasi tutti realizzati in titanio. I più diffusi sono quelli a vite (impianti endossei), per lo più lasciati sommersi sotto al livello della gengiva per permettere una corretta integrazione, il cui periodo dipende dalla sede in cui vengono posizionati.

L’implantologia endossea è al momento la più diffusa, ed utilizza impianti di forma cilindrica o conica, più o meno filettati all’esterno e con connessione interna a varia conformazione per la parte emergente (moncone). In base al protocollo chirurgico avremo quindi implantologia sommersa e non (transmucosa); in base alla tempistica di integrazione avremo carico immediato, anticipato, differito.

L’implantologia endossea si divide fondamentalmente in due grandi scuole: quella italiana e quella svedese. L’implantologia di scuola italiana è storicamente precedente, meno diffusa ma concettualmente ancora oggi è altrettanto importante quanto la seconda. Alla scuola italiana si deve l’introduzione del primo impianto specificatamente progettato per il carico immediato, l’introduzione del titanio nella produzione degli impianti, l’introduzione dell’area di rispetto biologico sui corpi implantari, il primo protocollo All-on-six e gli impianti inclinati (Stefano M. Tramonte) nonché la saldatrice endorale (PL. Mondani).

Alla scuola svedese si deve la metodica di “osteointegrazione“, sviluppata per primo da Per-Ingvar Brånemark, basata sul carico differito e tesa a rendere più controllabile il successo dell’intervento implantologico: prevede l’utilizzo di impianti endossei a vite ed a connessione protesica, con carico differito, ovvero si rispetta un periodo di integrazione di 3-4 mesi per la mandibola e 5-6 mesi per la mascella. Il protocollo originale di Branemark è stato variamente modificato così come gli impianti utilizzati, per accorciare i tempi di quiescenza degli impianti ed in definitiva dei tempi generali del trattamento.

Il materiale più utilizzato per la produzione di impianti è il titanio, in forma commercialmente pura o nelle sue leghe ad uso dentale, materiale altamente biocompatibile che non comporta reazioni da parte dell’organismo (popolarmente ma erroneamente note come rigetto). Gli impianti, posizionati nell’osso del paziente, verranno fortemente integrati grazie alla rigenerazione ossea, ossia per osteointegrazione, sia nel caso di un carico differito (scuola svedese) che in caso di carico immediato (scuola italiana).

Un impianto è l’alternativa più moderna della sostituzione dentale permanente. Le metodiche di implantologia prevedono principalmente due tecniche chirurgiche:

  • one stage: inserimento dell’impianto, che viene lasciato transmucoso, emerge la testa dell’impianto, si potrà così o lasciare guarire (sempre per 2-6 mesi) per integrazione ossea o caricare immediatamente, con apposito pilastro dentale, in modo provvisorio o definitivo, a seconda dei casi. Naturalmente gli impianti monoblocco sono obbligatoriamente impianti one stage a carico immediato;
  • two stage: in due fasi, la prima sommersa, ovvero con inserimento dell’impianto, sutura sottomucosa e successiva riapertura della mucosa dopo 2-6 mesi ed avvitamento del perno moncone sull’impianto.

L’aumento globale dei problemi di edentulia totale o parziale collegato all’aumento dell’età media nei paesi più sviluppati e non solo, porta ad un aumento della richiesta di sostituzione totale della dentatura compromessa. Tutto ciò si unisce, almeno nel mondo occidentale, a richieste di trattamenti rapidi e indolori, anche se invasivi.

Il più famoso trattamento di questo tipo è stato sviluppato dal Prof. Paulo Malo in collaborazione con  la Nobel Biocare e prende il nome (registrato) di All-on-4. Ovviamente il trattamento moderno offre tutta una serie di vantaggi in termini di tempi, materiali e applicabilità della tecnica.

Esistono naturalmente anche trattamenti simili o del tutto analoghi su piattaforme implantari proposte da altri produttori che hanno copiato la tecnica originale proposta da Paulo Malo.

Ricordate tuttavia che nessun impianto al mondo potrà mai sostituire perfettamente un dente naturale. Nessun impianto potrà mai durare a vita, si tratta semplicemente di un valido sostituto temporaneo che certamente migliora la qualità di vita di un paziente edentulo.